mercoledì 8 maggio 2013

mercoledì 15 , serata al museo , fra stelle e mitologia, BOOTE

Il Boote è una grande costellazione dell'emisfero boreale, estesa particolarmente in declinazione; individuarla in cielo è estremamente facile, grazie alle tre stelle della coda delGrande Carro: proseguendo infatti la curvatura suggerita dal timone verso sud, si arriva a individuare una stella di colore marcatamente arancione, una fra le più luminose del cielo. Questa stella è Arturo, la α Bootis; Arturo funge da base di un grande asterismo a forma di "Y", dove tutte le sue stelle ad eccezione di quella del vertice nordorientale fanno parte della costellazione del Boote. Un altro nome identificativo per la costellazione è "l'aquilone".









STELLA ALFA   ARTURO

Il nome di Arturo, la stella α di Boote, significa il guardiano dell'orsa. È una gigante rossa di magnitudine zero, ed è la quarta stella più brillante del cielo notturno. È uno dei vertici del Triangolo primaverile, assieme a Spica (α Virginis) e Denebola (β Leonis).






Stelle doppie 

Il Boote contiene un gran numero di stelle doppie, alcune delle quali di facile risoluzione.
  • Fra le coppie ottiche, la più facile è la doppia apparente formata dalle stelle ν1-ν2 Bootis; si tratta di due stelle indipendenti fra loro e poste a diverse distanze: la prima è una gigante arancione distante 870 anni luce, mentre la seconda è una stella bianca posta esattamente a metà strada fra il sistema solare e la precedente. La coppia può essere risolta con un binocolo con estrema facilità.



Mitologia




Nella leggenda questa costellazione è strettamente legata a quella dell'Orsa Maggiore, Ursa Major, poiché è posizionata dietro alla coda dell'orsa. Non è certa l'origine del nome Bootes, ma con ogni probabilità viene da una parola greca che significa «rumoroso» o «clamoroso», con riferimento alle urla che il pastore rivolge alle sue bestie. Una spiegazione alternativa è quella che fa derivare il nome dal greco antico dove significava «colui che spinge avanti il bue», per il fatto che qualche volta l'Orsa Maggiore era rappresentata come un carretto tirato da buoi. Ai Greci questa costellazione era anche nota come Arctophylax, tradotto sia come Sorvegliante dell'Orsa, che Custode dell'Orsa o Guardiano dell'Orsa.
Secondo una storia che risale a Eratostene, la costellazione rappresenta Arcas, figlio del dio Zeus e di Callisto, figlia del Re di ArcadiaLicaone. Un giorno Zeus andò a pranzare da suo suocero Licaone, cosa alquanto insolita per un dio. Per accertarsi che l'ospite fosse veramente il grande Zeus, Licaone fece a pezzi Arcas e glielo servì in mezzo alle altri carni di una grigliata mista. Zeus riconobbe facilmente la carne di suo figlio. Assalito da irrefrenabile collera, capovolse la tavola, spargendo dappertutto i cibi del banchetto, uccise i figli del re con una folgore e trasformò Licaone in lupo. Poi raccolse i pezzi di Arcas, li rimise insieme e lo affidò alla Pleiade Maia perché lo allevasse.
Nel frattempo, Callisto era stata trasformata in orsa, alcuni dicono a opera di Era, la moglie gelosa di Zeus, o da Zeus stesso per sottrarre la sua amante alla vendetta di Era, o persino da Artemide che volle punirla per la perdita della verginità. Qualunque sia la verità, quando Arcas si fu fatto un robusto adolescente s'imbatté in quest'orsa mentre era a caccia nei boschi. Callisto riconobbe suo figlio, e tentò di salutarlo calorosamente ma riuscì solo a ringhiare. Come era prevedibile, Arcas non scambiò quei grugniti per espressioni d'amore materno e cominciò a inseguire la bestia. Con Arcas alle calcagna, Callisto si rifugiò nel tempio di Zeus, un luogo proibito i cui profanatori venivano puniti con la morte. Per sottrarli a quel destino, Zeus afferrò Arcas e sua madre e li sistemò in cielo sotto forma delle costellazioni dell'orsa e del custode dell'orsa. Il poeta greco Arato di Soli descrisse Boote come un uomo che fa girare l'orsa attorno al polo. Più tardi gli astronomi gli donarono due cani, raffigurati nella costellazione vicina dei Cani da Caccia.




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