venerdì 14 giugno 2013

Toro (costellazione)

l Toro è una costellazione di dimensioni medio-grandi situata dell'emisfero celeste boreale, facile da individuare e ben nota. La sua caratteristica più conosciuta in assoluto è la presenza del brillante ammasso delle Pleiadi, il più luminoso ammasso di stelle dell'intera volta celeste. Le Pleiadi, riconoscibili con facilità anche dai meno esperti, si trovano nella parte più occidentale della costellazione, la quale continua in direzione est-sudest verso un altro gruppo di stelle molto noto e luminoso, quello delle Iadi; le Iadi che appaiono dominate da una stella arancione di magnitudine 0,98, chiamata Aldebaran, e che costituisce l'occhio del Toro. Verso oriente si stendono poi le corna dell'animale, rappresentate dalle stelle β Tauri (El Nath) e ζ Tauri, poste sul bordo della scia luminosa della Via Lattea. Lo sfondo della costellazione è pervaso da un gran numero di stelline di quinta e sesta magnitudine, ma esplorando con un binocolo mancano quasi del tutto le stelle di settima e ottava grandezza, specialmente sul lato nord; ciò è dovuto alla presenza di grandi banchi di polveri, facenti parte delcomplesso oscuro Taurus-Auriga.
Nonostante sia una costellazione boreale, il Toro è ben osservabile da tutte le aree abitate della Terra, grazie alla sua declinazione non fortemente boreale; il periodo più propizio per la sua osservazione nel cielo serale va da ottobre ad aprile. Nell'emisfero nord è una tipica figura del cielo stellato invernale e la cui discesa ad ovest subito dopo il tramonto del Sole indica l'arrivo prossimo dell'estate.
Aldebaran (α Tau / α Tauri / Alfa Tauri) è una stella appartenente alla costellazione del Toro. Avendo magnitudine 0,98[1], essa è la stella più luminosa della costellazione, nonché la quattordicesima stella più luminosa del cielo notturno. Distante circa 65 anni luce dalla Terra[2], è una gigante arancione di classe spettrale K5 III[1] circa 500 volte più luminosa del Sole[5]e una quarantina di volte più grande[3]. Si tratta in realtà di una stella doppia, giacché la principale possiede una piccola e debole compagna.
Aldebaran sembra visualmente associata all'ammasso delle Iadi (l'ammasso aperto più vicino alla Terra), ma si trova in realtà molto più vicina a noi e l'associazione è data solo dalla prospettiva.
Distanza dal Sole66,64 anni luce

Iadi   l gruppo delle Iadi si distingue con grande facilità anche ad occhio nudo: nel cielo dell'inverno boreale si presenta molto alto sopra l'orizzonte e appare come un grande addensamento di stelle disposte a formare una sorta di grande "V"; la sua stella apparentemente più luminosa è la gigante rosso-arancio Aldebaran, in realtà l'unica fra le stelle visibili in questa direzione a non appartenere fisicamente all'ammasso, in quanto più vicina a noi. Lo strumento più indicato in assoluto per la sua osservazione è il binocolo, che consente di risolvere completamente l'ammasso, rivelandone tutte le sue componenti, nonché di comprenderlo interamente nella visuale; uno strumento più potente infatti riuscirà a mostrarne soltanto una parte per volta, essendo quello delle Iadi un ammasso molto esteso.

Coronado Solarmax II 60mm BF10

 foto GIOVANNI TOTESCA

 Il Coronado Solarmax II 60mm BF10 include il sistema RichView, filtro di bloccaggio BF10 e filtro solare con banda passante inferiore a 0,5 angstrom per osservazioni e fotografie dei dettagli sul Sole e protuberanze solari in luce H-alfa.
foto giovanni todesca
foto giovanni todesca

foto giovanni todesca

foto giovanni todesca

foto giovanni todesca

venerdì 7 giugno 2013

costellazione dell'Aquila


Aquila



La costellazione dell'Aquila è facile da individuare, grazie alla presenza della brillante stella Altair, che costituisce il vertice meridionale del noto asterismo del Triangolo Estivo. La caratteristica più notevole della costellazione è in realtà un altro asterismo formato dalla stessa Altair, più le stelle β Aquilae (Alshain) e γ Aquilae (Tarazed), poste rispettivamente a sud e a nord di questa, che secondo un'antica tradizione persiana veniva chiamato "L'equilibrio". La Via Lattea corre lungo il lato occidentale della costellazione, comprendendo anche parte della striscia scura nota come Fenditura del Cigno, che in questo tratto è conosciuta come Fenditura dell'Aquila.
Nonostante la costellazione sia attraversata dalla Via Lattea, le stelle di fondo visibili ad occhio nudo o con piccoli binocoli sono poco numerose; ciò è dovuto alla presenza di grandi quantità di gas e polveri interstellari che bloccano la luce delle stelle retrostanti. Questi banchi di nubi oscure sono posti a una distanza media di 200-300 parsec (650-980 anni luce) dal sistema solare e costituiscono la sopra citata Fenditura dell'Aquila.
La costellazione, essendo a cavallo dell'equatore celeste, è ben osservabile da entrambi gli emisferi, durante i mesi compresi fra giugno e novembre; nell'emisfero nord è una delle figure caratteristiche del cielo estivo, mentre la sua levata a est nel cielo serale nell'emisfero sud preannuncia l'arrivo dei mesi invernali.


stelle principali
β Aquilae (Alshain) è una stella giallo-arancione che brilla con una magnitudine apparente di 3,71. È una stella tripla.
η Aquilae: questa variabile è una delle più brillanti variabili Cefeidi del cielo; la sua luminosità apparente varia tra 3,48 e 4,39 magnitudini, ogni 7,177 giorni.
15 Aquilae: è una stella doppia, la cui principale è di tipo K e magnitudine 5,4, con una compagna di settima magnitudine. È facilmente visibile con piccoli telescopi.
mirologia

L'aquila è l'uccello del tuono dei Greci. Ci sono parecchie spiegazioni dell'esistenza di quest'aquila fra le costellazioni. Nella mitologia greca e romana, l'aquila era l'uccello di Zeus, e portava avanti e indietro la folgore che il dio adirato lanciava contro i suoi nemici. Ma l'aquila era coinvolta in storie d'amore oltre che di guerra.
Secondo una di queste storie, fu quest'Aquila a rapire il bel troiano Ganimede, per farlo diventare il coppiere degli dèi. Scrittori autorevoli come il poeta latino Ovidio dicono che Zeus si trasformò in un'aquila, mentre altri sostengono che una vera aquila fu mandata da Zeus a compiere quell'impresa. Lo stesso Ganimede è rappresentato nella vicina costellazione dell'Aquario, e le carte celesti mostrano l'Aquila che piomba sull'Acquario. Cesare Germanico dice che l'aquila è posta a guardia della freccia di Eros (la costellazione vicina della Freccia) che fece innamorare Zeus.
In un resoconto di Igino le costellazioni dell'aquila e del cigno sono unite. Zeus s'innamorò della dea Nemesi ma, date le resistenze di lei, si trasformò in un cigno e fece fingere ad Afrodite, trasformata in aquila, di cacciarlo. Nemesi offrì riparo al cigno in fuga, e si ritrovò fra le braccia di Zeus. A perenne ricordo di questo trucco ben riuscito, Zeus collocò le immagini del cigno e dell'aquila nel cielo.
Il nome della stella più brillante della costellazione, Altair, viene dall'arabo al-nasr al-ta'ir, che significa «aquila che vola» o «rapace». Tolomeo la chiamò Aquila, con lo stesso nome della costellazione. Lo studioso tedesco Paul Kunitzsch nota che i Babilonesi e i Sumeri si riferivano ad Altair come alla stella aquila. Le stelle vicine ad Altair, Beta e Gamma dell'Aquila formano le ali spiegate dell'uccello. Queste due stelle hanno nomi propri, Alshain e Tarazed, che vengono da una traduzione persiana di una vecchia parola araba che significa «l'equilibrio».
Altair forma un angolo del cosiddetto Triangolo Estivo insieme alle stelle Vega e Deneb, che si trovano rispettivamente nelle costellazioni della Lira e del Cigno. Un affascinante mito orientale raffigura le stelle dell'Aquila e quelle della Lira come due amanti separati dal fiume della Via Lattea, che riescono a incontrarsi solo un giorno all'anno quando le gazze si riuniscono a formare un ponte sul fiume celeste.
La parte meridionale dell'Aquila fu da Tolomeo separata dal resto della costellazione per formarne una ormai obsoleta chiamata Antinoo, che in certe carte è raffigurata come un giovanetto intrappolato fra gli artigli dell'aquila.


GIUGNO venerdì 14 .....FRA STELLE E MITOLOGIA

Costellazione del mese LIRA




o “T Ercole, troneggia nel cielo estivo occupando una posiLa costellazione è individuabile con estrema facilità, grazie alla sua stella principale, Vega, che costituisce il vertice occidentale e più luminoso del noto asterismo del Triangolo Estivo. Ad est della Lira corre la scia luminosa della Via Lattea, molto ben evidente in questo tratto anche in una notte non completamente oscura.
La Lira è una costellazione ben osservabile dall'emisfero boreale e da gran parte di quello australe, specialmente nei mesi compresi fra giugno e settembre; nell'emisfero nord inoltre è ben osservabile anche durante tutto l'autunno e parte della primavera.
Circa 14.000 anni fa in direzione della Lira si trovava il polo nord celeste: la stella polare dell'epoca era Vega, che si trovava a pochi gradi dal polo, e l'intera costellazione era circumpolare da quasi tutto l'emisfero nord; fra 12.000 anni l'asse di rotazione terrestre punterà nuovamente nella sua direzione


stelle principali
  • α Lyrae (Vega): con una magnitudine apparente di 0,03 è la seconda stella più luminosa dell'emisfero settentrionale (dopo Arturo) e la quinta di tutto il cielo (se si considerano le magnitudini integrate della coppia di α Centauri, la quarta stella più brillante diventa Arturo); il suo tipo spettrale è A0 V, e si trova ad una distanza di appena 25,3 anni luce. Vega è in realtà una stella multipla, con 5 componenti. Fu la prima stella ad essere fotografata.
  • γ Lyrae (Sulafat) è una stella multipla, la principale ha una magnitudine apparente di 3,24 e un colore azzurro.
  • β Lyrae (Sheliak) è una stella azzurra variabile, più precisamente una variabile a eclisse; è prototipo di una particolare classe di binarie a eclisse note come variabili Beta Lyrae. Ha una magnitudine apparente di 3,45.
  • δ Lyrae è una stella doppia apparente, consistente di una stella blu-bianca di sesta magnitudine e una gigante rossa semiregolare che varia tra le magnitudini 4 e 5.
ε Lyrae è una coppia di stelle molto ben conosciuta; visibile ad occhio nudo come una stellina allungata, nel più piccolo dei binocoli già è risolta in due componenti pressoché uguali, entrambe azzurre. Con strumenti maggiori si può notare che entrambe le componenti sono a loro volta doppie, caratteristica che è valsa alla coppia il nome di "doppia doppia".
RR Lyrae è una stella variabile pulsante di colore rosso vivo, che ha dato il suo nome ad un'intera classe di stelle, le Variabili RR Lyrae; al suo massimo è ben visibile anche ad occhio nudo.
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MITOLOGIA


Questa costellazione ha una declinazione molto settentrionale, cosicché, alle nostre latitudini, è sopra l'orizzonte per quasi metà dell'anno, tra maggio ed ottobre. E' caratterizzata dalla sua stella più luminosa, Vega, che è la quinta stella più luminosa del cielo. Per il Flammarion (1842 – 1925) non c'è alcun dubbio nel riconoscere nel quadrilatero formato dalle stelle bgd ed e, collegate a Vega (a Lyrae) con un manico, lo strumento musicale che anticamente era chiamato lira, cetra od arpa; si vede che la fantasia non gli mancava!
Secondo gli antichi, la Lira che si osserva nel cielo sarebbe lo strumento musicale appartenuto una volta ad Orfeo, il mitico musicante. Fu la prima lira ad essere stata costruita e venne realizzata da Ermete (Mercurio) utilizzando un guscio di tartaruga e il budello di vacca per le corde. Un giorno l'inventore si trovò a sottrarre per sbaglio dei capi di bestiame di proprietà di Apollo: fermato da quest'ultimo, Ermete per riscattarsi gli offrì in dono il melodioso strumento e il dio lo apprezzò a tal punto da non volere più indietro il bestiame sottratto.
A sua volta il dio regalò al musicista Orfeo lo strumento che divenne la sua portentosa arma di persuasione verso persone, animali, vegetali e addirittura oggetti. La sua musica, infatti, era talmente melodiosa che niente e nessuno era in grado di opporvi la propria volontà. Unitosi agli Argonauti per la ricerca del vello d'oro (vedi Ariete), durante la navigazione Orfeo sconfisse le sirene tentatrici con una canzone che coprì il loro canto irresistibile. In seguito sposò la ninfa Euridice che però morì morsa da un serpente su cui la donna inciampò mentre fuggiva da Aristeo (figlio d'Apollo, il quale era preda di follia passionale. Straziato dal dolore, il musicante non si rassegnò e si recò nel regno di Ade per sottrarre la fanciulla dagli inferi. Con la musica della sua lira, persino la tenebrosa divinità si piegò alle richieste di Orfeo, ma a questo impose una condizione: avrebbe condotto Euridice senza mai voltarsi per guardarla in volto sino all'uscita dagli inferi, pena l'immediato ritorno della donna nel regno dei morti. Sicuro del suo successo, il musicante cominciò a camminare, pur non sapendo con certezza se la sua amata lo stesse seguendo. Durante il lungo tragitto, il desiderio di sincerarsi della sua presenza crebbe a tal punto che, ormai quasi giunto alla luce, non riuscì a resistere e si voltò: Euridice venne subito risucchiata irrimediabilmente nell'oscurità dell'averno. Ormai sconfitto, Orfeo si abbandonò alla disperazione e non volle più nessun'altra donna con lui, nonostante le numerose pretendenti, affascinate dalla musica malinconica che il protetto di Apollo continuava a dedicare a quest'ultimo ed alla sua perduta amata.
Secondo Ovidio poi, il musicante sarebbe morto sotto i dardi lanciati dalla coalizione delle donne da lui rifiutate: queste riuscirono a coprire con le loro urla la musica che faceva cadere inoffensive le lance, cosicché Orfeo non poté evitare di essere trafitto a morte. Secondo Eratostene invece, il dio Dioniso, invidioso della smisurata ed esclusiva devozione verso Apollo, fece uccidere il musicante dai suoi seguaci. Comunque siano andate le cose, Orfeo raggiunse la sua Euridice negli inferi e la lira venne posta dalle muse (come prevedibile, fedeli amiche e complici dell'artista) nel firmamento.
Il nome della stella più brillante, Vega, deriverebbe dall’arabo Al-Nasr-al-waki che significa "aquila che attacca", ma anche "avvoltoio", poiché il popolo orientale immaginava nella costellazione un rapace in fase di picchiata sulla sua preda. La seconda stella più luminosa, la b, è Sheliak, dalla parola araba che vuol dire "arpa ".










me al 

martedì 4 giugno 2013

Obi-Wan Kenobi

Non è una luna quella, è una stazione spaziale.

VI lezione: 5 giugno.....la vita di una stella

La storia della nascita di una stella, della sua ev
oluzione e del suo stadio finale di vita.


Dr.ssa Serafina Carpino



È curioso pensare che, quasi come fossero viventi, anche le stelle nascono e muoiono. Eppure ciò accade, anche se è evento raro poter osservare la nascita di una stella: la gran parte delle stelle osservabili sono infatti più vecchie dell’umanità. Il destino di una stella è condizionato da molti fattori che si manifestano sin dalle prime fasi della sua nascita.
La vita di una stella.... nasce quando una grande quantità di gas disperso nello spazio, prevalentemente idrogeno, si concentra e si aggrega a causa dell'attrazione gravitazionale tra le particelle. Gli atomi di gas in questo modo collassano ed entrano tra loro in continue collisioni sempre più frequenti e veloci. Questo fenomeno genera un progressivo innalzamento della temperatura che accelera sempre maggiormente gli urti, sino a quando gli atomi, invece di rimbalzare, si fondono tra loro formando elio. La reazione è simile a quella che si innesca in un esplosione di una bomba all'idrogeno. La stella comincia perciò a risplendere. Questo processo dura molto tempo e si mantiene con la combustione dell'idrogeno. Inizialmente una protostella è di colore bianco. Poi, mano a mano che l'idrogeno si consuma e si forma l'elio, la stella si espande sempre più e diventa di colore giallo o rosso: è diventata una gigante rossa, a seconda della massa iniziale, può continuare generando una supergigante. 

la Dr.ssa Serafina Carpino, ci accompagnera in questo affascinante viaggio, della nascita di una stella, della sua evoluzione fino al suo stadio finale di vita.















sabato 1 giugno 2013

Telescopio Maksutov D:90mm / F:1250mm

Caratteristiche tecniche:
Telescopio Maksutov D:90mm / F:1250mm
2 oculari: Super20 (62x) e Super10 (125x)
Diagonale 31,8mm
Cercatore Starpointer
Attacco per treppiede fotografico
Peso: 1,3 Kg
  giovanni, presso deepsky
  mak90 altro nuovo arrivo in sede polaris...insieme alla montatura
CG-5 Advanced GT

Montatura alla tedesca computerizzata
Treppiede ultra stabile con gambe da 2" di diametro e piastra porta accessori
Computer di controllo NexStar
Database interno di 40,000 oggetti con informazioni estese su piu' di 200 oggetti..

scopri il sole ...con noi

Caratteristiche tecniche:
Telescopio Rifrattore D:60mm, F:400mm (f/6.7)
Lunghezza d'onda di funzionamento 6562.8A (H-alfa)
Larghezza di Banda Nominale di Funzionamento <0.5A (Double Stack)
Oculare 25mm CEMAX
Cercatore solare incorporato
Doppietto trattato multistrato su tutte le superfici aria-vetro
Anello di montaggio
Filtro di bloccaggio BF10
Valigia di trasporto
 Il Coronado Solarmax II 60mm BF10 include il sistema RichView, filtro di bloccaggio BF10 e filtro solare con banda passante inferiore a 0,5 angstrom per osservazioni e fotografie dei dettagli sul Sole e protuberanze solari in luce H-alfa.
è arrivato il momento di vedere il nuovo telescopio , con nuccio d'angelo proprietario del deepsky
franco e giovanni , due dei soci fondatori della polaris, presidente e vice presidente.


e adesso è arrivato in sede polaris ,con il piccolo mak90