venerdì 7 giugno 2013

GIUGNO venerdì 14 .....FRA STELLE E MITOLOGIA

Costellazione del mese LIRA




o “T Ercole, troneggia nel cielo estivo occupando una posiLa costellazione è individuabile con estrema facilità, grazie alla sua stella principale, Vega, che costituisce il vertice occidentale e più luminoso del noto asterismo del Triangolo Estivo. Ad est della Lira corre la scia luminosa della Via Lattea, molto ben evidente in questo tratto anche in una notte non completamente oscura.
La Lira è una costellazione ben osservabile dall'emisfero boreale e da gran parte di quello australe, specialmente nei mesi compresi fra giugno e settembre; nell'emisfero nord inoltre è ben osservabile anche durante tutto l'autunno e parte della primavera.
Circa 14.000 anni fa in direzione della Lira si trovava il polo nord celeste: la stella polare dell'epoca era Vega, che si trovava a pochi gradi dal polo, e l'intera costellazione era circumpolare da quasi tutto l'emisfero nord; fra 12.000 anni l'asse di rotazione terrestre punterà nuovamente nella sua direzione


stelle principali
  • α Lyrae (Vega): con una magnitudine apparente di 0,03 è la seconda stella più luminosa dell'emisfero settentrionale (dopo Arturo) e la quinta di tutto il cielo (se si considerano le magnitudini integrate della coppia di α Centauri, la quarta stella più brillante diventa Arturo); il suo tipo spettrale è A0 V, e si trova ad una distanza di appena 25,3 anni luce. Vega è in realtà una stella multipla, con 5 componenti. Fu la prima stella ad essere fotografata.
  • γ Lyrae (Sulafat) è una stella multipla, la principale ha una magnitudine apparente di 3,24 e un colore azzurro.
  • β Lyrae (Sheliak) è una stella azzurra variabile, più precisamente una variabile a eclisse; è prototipo di una particolare classe di binarie a eclisse note come variabili Beta Lyrae. Ha una magnitudine apparente di 3,45.
  • δ Lyrae è una stella doppia apparente, consistente di una stella blu-bianca di sesta magnitudine e una gigante rossa semiregolare che varia tra le magnitudini 4 e 5.
ε Lyrae è una coppia di stelle molto ben conosciuta; visibile ad occhio nudo come una stellina allungata, nel più piccolo dei binocoli già è risolta in due componenti pressoché uguali, entrambe azzurre. Con strumenti maggiori si può notare che entrambe le componenti sono a loro volta doppie, caratteristica che è valsa alla coppia il nome di "doppia doppia".
RR Lyrae è una stella variabile pulsante di colore rosso vivo, che ha dato il suo nome ad un'intera classe di stelle, le Variabili RR Lyrae; al suo massimo è ben visibile anche ad occhio nudo.
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MITOLOGIA


Questa costellazione ha una declinazione molto settentrionale, cosicché, alle nostre latitudini, è sopra l'orizzonte per quasi metà dell'anno, tra maggio ed ottobre. E' caratterizzata dalla sua stella più luminosa, Vega, che è la quinta stella più luminosa del cielo. Per il Flammarion (1842 – 1925) non c'è alcun dubbio nel riconoscere nel quadrilatero formato dalle stelle bgd ed e, collegate a Vega (a Lyrae) con un manico, lo strumento musicale che anticamente era chiamato lira, cetra od arpa; si vede che la fantasia non gli mancava!
Secondo gli antichi, la Lira che si osserva nel cielo sarebbe lo strumento musicale appartenuto una volta ad Orfeo, il mitico musicante. Fu la prima lira ad essere stata costruita e venne realizzata da Ermete (Mercurio) utilizzando un guscio di tartaruga e il budello di vacca per le corde. Un giorno l'inventore si trovò a sottrarre per sbaglio dei capi di bestiame di proprietà di Apollo: fermato da quest'ultimo, Ermete per riscattarsi gli offrì in dono il melodioso strumento e il dio lo apprezzò a tal punto da non volere più indietro il bestiame sottratto.
A sua volta il dio regalò al musicista Orfeo lo strumento che divenne la sua portentosa arma di persuasione verso persone, animali, vegetali e addirittura oggetti. La sua musica, infatti, era talmente melodiosa che niente e nessuno era in grado di opporvi la propria volontà. Unitosi agli Argonauti per la ricerca del vello d'oro (vedi Ariete), durante la navigazione Orfeo sconfisse le sirene tentatrici con una canzone che coprì il loro canto irresistibile. In seguito sposò la ninfa Euridice che però morì morsa da un serpente su cui la donna inciampò mentre fuggiva da Aristeo (figlio d'Apollo, il quale era preda di follia passionale. Straziato dal dolore, il musicante non si rassegnò e si recò nel regno di Ade per sottrarre la fanciulla dagli inferi. Con la musica della sua lira, persino la tenebrosa divinità si piegò alle richieste di Orfeo, ma a questo impose una condizione: avrebbe condotto Euridice senza mai voltarsi per guardarla in volto sino all'uscita dagli inferi, pena l'immediato ritorno della donna nel regno dei morti. Sicuro del suo successo, il musicante cominciò a camminare, pur non sapendo con certezza se la sua amata lo stesse seguendo. Durante il lungo tragitto, il desiderio di sincerarsi della sua presenza crebbe a tal punto che, ormai quasi giunto alla luce, non riuscì a resistere e si voltò: Euridice venne subito risucchiata irrimediabilmente nell'oscurità dell'averno. Ormai sconfitto, Orfeo si abbandonò alla disperazione e non volle più nessun'altra donna con lui, nonostante le numerose pretendenti, affascinate dalla musica malinconica che il protetto di Apollo continuava a dedicare a quest'ultimo ed alla sua perduta amata.
Secondo Ovidio poi, il musicante sarebbe morto sotto i dardi lanciati dalla coalizione delle donne da lui rifiutate: queste riuscirono a coprire con le loro urla la musica che faceva cadere inoffensive le lance, cosicché Orfeo non poté evitare di essere trafitto a morte. Secondo Eratostene invece, il dio Dioniso, invidioso della smisurata ed esclusiva devozione verso Apollo, fece uccidere il musicante dai suoi seguaci. Comunque siano andate le cose, Orfeo raggiunse la sua Euridice negli inferi e la lira venne posta dalle muse (come prevedibile, fedeli amiche e complici dell'artista) nel firmamento.
Il nome della stella più brillante, Vega, deriverebbe dall’arabo Al-Nasr-al-waki che significa "aquila che attacca", ma anche "avvoltoio", poiché il popolo orientale immaginava nella costellazione un rapace in fase di picchiata sulla sua preda. La seconda stella più luminosa, la b, è Sheliak, dalla parola araba che vuol dire "arpa ".










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