martedì 12 dicembre 2017

"Eppur si Muove!!!"

L'inverno è arrivato, ma il "sol invictus est".

L'associazione Polaris in collaborazione con il Museo di Scienze Planetarie, organizza l'ultima serata di osservazione pubblica dell'anno ed in contemporanea la conferenza dal titolo "Eppur si muove!!!"
A partire dal solstizio d'inverno ripercorreremo insieme le tappe del moto della Terra attorno al Sole con lo sguardo dell'astronomo che deve studiare il tutto da un altro "punto di vista."

Al termine della conferenza osserveremo il cielo con i telescopi messi a disposizione dall'associazione.

lunedì 20 novembre 2017

stelle

   stelle....forse fanno ballare appesa a un filo la nostra vita
e in tutto quel chiarore sterminato, dove ogni lontananza si disperde,
guardando quel silenzio smisurato l' uomo... si perde

stelle al museo

- Il mese di Novembre e le "primizie d'inverno" -
L'estate è ormai finita e siamo in pieno autunno. Il cielo non è da meno e la fase di transizione è ben visibile ormai anche di notte. Siamo nel momento di tramonto delle costellazioni estive e al
sorgere delle prime costellazioni che domineranno il cielo invernale.
Un percorso che vi porterà alla scoperta della Luna, delle costellazioni del Toro e di Orione e degli oggetti del cielo profondo di questo periodo.
Vi aspettiamo come sempre a partire dalle 21:30 presso il Museo di Scienze Planetarie - Via Galcianese 20/H - Prato.
INGRESSO LIBERO E GRATUITO - NON OCCORRE PRENOTARSI
In caso di nuvoloso o pioggia l'evento sarà annullato.

Novembre

l cielo di Novembre è dominato dalle costellazioni di Pegaso, riconoscibile per le sue quattro stelle disposte a formare un grande Quadrato, da Andromeda, con la sua celebre galassia da cui prende il nome, e dal Cigno.
Novembre vede ad Est il sorgere di quelle costellazioni che saranno dominanti nei mesi invernali: l'Auriga, con la sua brillantissima stella Capella, e il Toro, con i celebri ammassi delle Pleiadi e delle Iadi. La rossa stella Aldebaran preannuncia il prossimo sorgere della brillante costellazione di Orione.

Campo stellare in cui spicca Cassiopea.
L'orizzonte Sud è povero di stelle notevoli: l'unica di rilievo è l'isolata Fomalhaut, la stella Alfa del Pesce Australe; nelle regioni italiane più meridionali, è possibile scorgere, bassa sull'orizzonte, la coppia di stelle Alfa e Beta della Gru. L'Aquario è la costellazione che più di tutte domina il cielo del sud.
A Nord, il Grande Carro dell'Orsa Maggiore rasenta l'orizzonte, mentre il cielo è dominato dalla caratteristica "W" di Cassiopea, visibile lungo la Via Lattea, diametralmente opposta al Grande Carro rispetto alla Stella Polare.
Il cielo ad Ovest mostra ancora le stelle caratteristiche del cielo estivo, in particolare il famoso asterismo del Triangolo Estivo, attraversato dalla Via Lattea, sempre più prossimo al tramonto. La costellazione del Sagittario ancora può essere osservata nelle prime ore della sera.

lunedì 16 ottobre 2017

che il sole...

Che il sole ti porti nuova energia durante il giorno,
che la luna dolcemente ti rigeneri di notte,
che la pioggia ti lavi via le preoccupazioni,
che il vento soffi nuova forza nel tuo essere,
che tu possa camminare per il mondo e conoscere
la sua bellezza tutti i giorni della tua Vita.
Non si può imbrigliare il vento!

OTT 27 Stelle al Museo

SERATA DI OSSERVAZIONE MENSILE - H 21:30  27 ottobre
MUSEO DI SCIENZE PLANETARIE - VIA GALCIANESE 20/H - PRATO

L'Associazione Polaris in collaborazione con il Museo di Scienze Planetarie organizza la consueta serata osservativa pubblica presso il piazzale del Museo.

Con l'inizio dell'autunno si passa lentamente dal cielo estivo a quello invernale. La luna ci accompagnerà nella serata insieme alla Galassia di Andromeda e al Doppio Ammasso del Perseo. Vedremo sorgere le Pleiadi e le costellazioni del Toro e dell'Auriga, mentre tramonteranno lentamente l'Aquila, Ercole ed il Capricorno.

Vi aspettiamo numerosi per osservare insieme il cielo.

INGRESSO LIBERO E GRATUITO, NON IMPORTA PRENOTARSI

N.B.: In caso di maltempo (nuvoloso o pioggia) la serata verrà annullata.

doppio ammasso

h+χ Per è una coppia di ammassi aperti molto luminosi, visibili nella costellazione di Perseo; devono il loro nome comune alla loro estrema vicinanza e somiglianza. Possiedono pure una lettera di riferimento (h e χ), nonché numeri di catalogo indipendenti (NGC 869 e NGC 884). ben visibili ad occhio nudo come una macchia chiara allungata con una strozzatura centrale, che le conferisce la forma di un "8" rovesciato; notissimi fin dall'antichità, questi due magnifici oggetti celesti si presentano circumpolari, in gran parte dell'emisfero boreale terrestre. Un binocolo di piccole dimensioni consente di risolvere in parte i due oggetti, che per altro non appaiono molto diversi fra loro: χ Per è dominato da due stelle di settima magnitudine a nord, h Per presenta due stelle di settima ad ovest; con un binocolo h Per sembrerebbe appena più ricco del compagno, il quale però mostra un gran numero di componenti se visto con un piccolo telescopio. Con un newtoniano di 200 mm di apertura si può godere di un vero e proprio spettacolo: le componenti diventano centinaia; entrambi gli ammassi mostrano al loro interno una ventina di supergiganti rosse, che contrastano con il colore azzurro delle altre componenti.

Si tratta di due degli oggetti più fotografati del cielo. Entrambi sono ammassi giovani, dell'età compresa fra 3 e 6 milioni di anni, e distano fra loro circa 800 anni luce; il fatto che siano visibili così chiaramente anche da grande distanza (il nostro sistema solare si trova ad oltre 7000 anni-luce da loro) è indice di una grande luminosità reale, come pure le loro dimensioni, stimate intorno ai 70 anni-luce di diametro per entrambi gli oggetti.
NGC 869 e NGC 884

mercoledì 4 ottobre 2017

giovedì 28 settembre 2017

il destino ti porti in alto a danzare con le stelle....

Che tu possa avere sempre il vento in poppa, che il sole ti risplenda in viso e che il vento del destino ti porti in alto a danzare con le stelle.

da PensieriParole <https://www.pensieriparole.it/frasi-film/blow-(2001)/citazione-5291>

stelle al museo

CONSUETA SERATA DI OSSERVAZIONE MENSILE - H 21:30
MUSEO DI SCIENZE PLANETARIE - VIA GALCIANESE 20/H - PRATO
L'ultimo saluto all'estate con il Triangolo Estivo al tramonto prima di passare al cielo autunnale. Settembre ci regala anche la Galassia di Andromeda, il sistema stellare di Albireo, il Doppio Ammasso del Perseo e tanto altro.
Vi aspettiamo numerosi per osservare insieme il cielo.
INGRESSO LIBERO E GRATUITO, NON IMPORTA PRENOTARSI
N.B.: In caso di maltempo (nuvoloso o pioggia) la serata verrà annullata.
Domani 29 settembre  alle ore 21:30

primi strumenti dell'astronomia


Sfera armillare
Agli albori dell'astronomia l'unico "strumento" che l'uomo aveva a disposizione era l'occhio nudo, affiancato ad esso venivano usati strumenti semplici atti a misurare la posizione degli astri. Gli egiziani usavano il merkhet, costituito da due fili a piombo retti da due osservatori: il merkhet serviva per individuare la posizione degli astri.
Sfera armillare


Nell'isola di Giava per individuare la data della semina, si puntava una mano piena di riso alla sera in direzione della cintura di Orione, se cadevano alcuni chicchi era il momento giusto. La tribù dei Daiacchi nel Borneo invece, usava con lo stesso metodo una canna di bambù piena d'acqua, appena il quantitativo scendeva sotto un certo livello, era giunto il momento per seminare.

Un altro strumento usato nell'antichità era l'asta di Archimede, consistente in un'asta di legno sopra un'estremità nella quale l'osservatore osservando il sole tra le nubi può determinare la distanza angolare del disco solare.

Ipparco usava due armille che rappresentavano i circoli fondamentali della sfera celeste; ciascuna armilla consisteva in un anello di bronzo puntato l'uno sul piano dell'equatore celeste e l'altro verso i poli dell'eclittica; tramite altri cerchi interni movibili era possibile puntare un astro e determinare così le coordinate celesti.

La macchina di Anticitera
La macchina di Anticitera, è uno strumento astronomico che, mosso da ruote dentate, calcola il moto degli oggetti celesti: il sorgere del sole, le fasi lunari, i movimenti dei 5 pianeti conosciuti, gli equinozi, i mesi e i giorni della settimana; esso è databile attorno al 100 - 150 a.C. Questa scoperta conferma il fatto che già in epoca greca le conoscenze erano abbastanza avanzate in ambito astronomico; a Siracusa già dal 213 a.C. Marco Tullio Cicerone cita la presenza di una macchina circolare costruita da Archimede con la quale si rappresentavano i movimenti del Sole, dei pianeti e della Luna, nonché delle sue fasi e delle eclissi.

Gli strumenti di Tolomeo

Quadrande usato da Tycho
quadrante usato da tycho
Tolomeo introdusse il quadrante, uno strumento successivamente perfezionato che constava di un quarto di cerchio finemente graduato e di due aste fisse perpendicolari unenti le estremità del cerchio al suo centro; una terza asta mobile incardinata al centro determinava la distanza zenitale dell'astro, lo strumento ovviamente era munito di un filo a piombo per regolarlo. Per eliminare errori di misura Tolomeo introdusse successivamente il triquetrum o regolo di Tolomeo. Si trattava di un palo verticale e di due regoli incardinati sul palo stesso, il regolo superiore poteva scorrere su quello inferiore che era graduato, e dato che essi formavano un triangolo isoscele, era facile determinare la distanza zenitale. L'ultimo strumento introdotto da Tolomeo era l'astrolabio (probabilmente scoperto da Ipparco e sviluppato poi dagli arabi), esso diverrà un vero gioiello tecnico-matematico. Esso era costituito da un'armilla e da un regolo con due traguardi, ma nei modelli più complessi esso diventava persino un piccolo planisfero celeste. Alcuni modelli avevano diverse funzioni, dalla determinazione delle altezze, sino alla possibilità di prevedere la posizione degli astri in base all'orario. L'astrolabio infatti riportava in piano tutte le coordinate celesti, divenendo ben presto uno strumento fondamentale per lo sviluppo dell'astronomia, paragonabile solo al futuro telescopio.

Altro strumento osservativo antico era l'ottante, di forma simile al sestante e al quadrante, formato da un arco graduato di ⅛ di cerchio, impiegato per misure angolari.

La nascita degli strumenti ottici
Il primo passo verso l'astronomia ottica si è avuto grazie alle ricerche di Ruggero Bacone, il quale studiò le proprietà delle lenti piano convesse ottenute sezionando una sfera di vetro con un piano. Bacone notò che l'ingrandimento ottenibile era determinato dalla rifrazione dell'immagine, esso dipendeva dalla lunghezza focale della lente e dalla distanza su cui si poneva l'occhio; difatti di lì a poco le lenti si diffusero assieme ai primi modelli di occhiali da vista. Tuttavia per un uso astronomico si dovrà attendere il 1608, quando gli olandesi costruiranno un modello semplice di telescopio rifrattore, strumento che l'anno successivo fu perfezionato da Galileo Galilei. Le scoperte di Galileo sono ben note, così come è ben nota la rivoluzione introdotta: l'astronomia ottica era avviata.

Con l'avvento dell'ottica le tecniche di lavorazione delle lenti migliorarono; il modello galileiano soffriva di difetti insiti nelle proprietà delle lenti. Le lenti infatti non concentrano i fasci luminosi in un unico punto ma lo dividono in fasci che vanno dal rosso al violetto; per questo motivo le immagini soffrono della cosiddetta aberrazione cromatica, per la quale l'immagine ha difficoltà ad essere messa a fuoco perfettamente. Per risolvere questo difetto, conveniva costruire lenti di piccola curvatura e di grande distanza focale. Così Hevelius nel 1647 costruì uno strumento a focale di 3,5 m, ma successivamente, questo valore aumentò giungendo a 7,5 m o ai 50 m dello strumento di Huygens, applicando la cosiddetta montatura aerea, soluzione che comportava l'applicazione di un filo teso su cui centrare l'oculare con la lente primaria.

domenica 10 settembre 2017

Cassini-Huygens

OCCHI SU SATURNO - CASSINI GRAND FINALE
Venerdì 15 Settembre 2017 - h 21:30
L'Associazione Polaris in collaborazione con il Museo di Scienze Planetarie organizza l'evento conclusivo della missione Cassini su Saturno.
Il 15 settembre alle ore 5 a.m. (PDT) ovvero alle ore 14 ora italiana, la sonda Cassini farà il suo ultimo tuffo verso il pianeta con gli Anelli.
La sera alle 21:30 presso i locali del Museo di Scienze Planetarie, vi invitiamo a partecipare alla conferenza per dare uno sguardo più approfondito alla missione stessa.
Un ultimo saluto alla grande missione targata NASA/ESA/ASI.
Vi aspettiamo numerosi. Come sempre la partecipazione è libera, gratuita ed aperta a tutti senza bisogno di prenotazione.

mercoledì 7 giugno 2017

OCCHI SU SATURNO 2017 - 01/07/2017 - h 21:30

OCCHI SU SATURNO 2017 - 01/07/2017 - h 21:30
L’Associazione POLARIS, astrofili Prato, in collaborazione con il Museo di Scienze Planetarie, organizza una Conferenza su Saturno e Cassini che per primo ipotizzò la natura degli anelli di Saturno: immagini e storia del “pianeta con gli anelli”. In contemporanea osservazione del pianeta e degli altri oggetti presenti in cielo con i telescopi dell’associazione.

La serata è ad ingresso libero aperta a tutti senza bisogno di prenotazione presso il Museo di Scienze Planetarie, via Galcianese 20/H - Prato

giovedì 4 maggio 2017

oggi è il 4 maggio...


come non ricordare quando 40 anni fà in una galassia lontana lontana....

stelle al museo


Che cosa è l’anno luce?

L’anno luce è una misura di distanza che si usa in astronomia. A quanti chilometri corrisponde? In quanto tempo possiamo percorrere quella distanza con i mezzi che abbiamo oggi?

 

L’anno luce è una misura di distanza usata in astronomia: corrisponde alla distanza percorsa dalla luce nel vuoto nell'arco di un anno o, se preferite, alla distanza che un oggetto percorrerebbe se viaggiasse a velocità uguale a quella della luce nel vuoto, ossia quasi 300.000 chilometri al secondo (per un anno tropico, cioè 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 46 secondi.
1 anno luce
equivale a circa 9.460.730.472.581 chilometri
(9.460 miliardi di km).
In quanto tempo possiamo percorrere oggi questa distanza?

La velocità di fuga dalla Terra è di circa 40.000 km/h.
Sfruttando per le nostre sonde l'effetto fionda dei fly-by attorno a vari pianeti, possiamo lanciare una navicella fino a 60.000 km/h - e persino 80.000 km/h (come nel caso di New Horizons), ma questo è probabilmente il massimo di cui siamo capaci, almeno per adesso.
Perciò una nostra navicella
a 80.000 km/h
percorre 1 anno luce
in circa 13.500 ann

giovedì 2 marzo 2017

SERATA DI OSSERVAZIONE

Dettagli
CONSUETA SERATA DI OSSERVAZIONE MENSILE - H 21:30
MUSEO DI SCIENZE PLANETARIE - VIA GALCIANESE 20/H - PRATO


La primavera sembra ancora lontana, ma le costellazioni invernali stanno per scomparire dal cielo.
Un viaggio alla scoperta della costellazione della Chioma di Berenice con tutte le sue numerose galassie ed ammassi globulari: meritevoli sicuramente di citazione la galassia Occhio Nero e l’ammasso globulare M53.
Alzando lo sguardo verso l’alto vedremo inoltre spiccare la costellazione dell’Orsa Maggiore visibile in città soltanto nell'asterismo del Grande Carro, dove potremo ammirare la doppia – doppia Alcor e Mizar.

(INGRESSO LIBERO E GRATUITO, NON IMPORTA PRENOTARSI)

N.B.: In caso di maltempo (nuvoloso o pioggia) la serata verrà annullata.

giovedì 19 gennaio 2017

La sensazione che provoca la visione del cielo genera in noi una mescolanza di sentimenti di ammirazione e al tempo stesso di angoscia, nel momento in cui confrontiamo la nostra limitatezza umana con l’infinito suo mistero.Romano Battagla

Clare Torry - The Great Gig In The Sky (Live 1987)

20 gennaio 2017

Un percorso guidato alla scoperta della luna e delle costellazioni presenti in cielo nel mese di gennaio, ma anche uno sguardo agli oggetti del cielo profondo come la Nebulosa di Orione e l'Ammasso delle Pleiadi, che ci raccontano tanto della "storia recente" della nostra galassia.

Vi aspettiamo numerosi.

In caso di maltempo la serata si svolgerà all'interno della sala conferenze.

clock Domani dalle ore 21:30 alle ore 23:00 Domani · 1–8° Sereno

Le Iadi

Quello delle Ìadi è l'ammasso aperto più vicino a noi in assoluto: dista appena 151 anni luce, è molto brillante ed è composto da un gran numero di stelle sparse, molte delle quali sono visibili anche ad occhio nudo. Come le Pleiadi, anche le Iadi sono conosciute fin dall'antichità, in quanto rappresentano la testa del toro rappresentato dall'omonima costellazione.
Un piccolo binocolo, come un 6x30, già basta per individuare quasi tutte le componenti dell'ammasso, componenti che diventano del tutto visibili con un 10x50; un telescopio amatoriale non consente di apprezzare appieno la struttura delle Iadi, poiché si tratta di un oggetto molto esteso: con difficoltà si riesce a osservarlo interamente nell'oculare di un binocolo di media potenza. L'ammasso appare con una forma a "V" ben evidente anche senza l'ausilio di strumenti.
Le Iadi appaiono dominate da Aldebaran, una stella di colore marcatamente arancione molto brillante, essendo fra le più luminose del cielo; tuttavia, questa stella non è legata fisicamente all'ammasso, essendo quest'ultima molto più vicina. L'età dell'ammasso delle Iadi è avanzata, stimata sui 600 milioni di anni, il che lo rende simile ad un altro ammasso, quello del Presepe, col quale sembra condividere un'origine comune.