Benvenuti sul blog di POLARIS, una nuova sezione costantemente aggiornata sulle iniziative del nostro gruppo e più in generale sui più rilevanti eventi astronomici che si verificheranno. Una pagina di attualità per condividere pensieri e rimanere in contatto diretto con noi.
mercoledì 30 dicembre 2015
giovedì 24 dicembre 2015
venerdì 18 dicembre 2015
domenica 22 novembre 2015
Il 22 Novembre
Il 22 Novembre lo sciame meteorico delle Alfa Monocerontidi raggiungerà il suo massimo, e sarà visibile dalle ore 23:00 fino verso le 04:00 del mattino. Il periodo di migliore osservazione sarà delle ore 01:00, ovvero quando la Luna tramonterà.
lunedì 9 novembre 2015
La donna che disegnava sulle stelle......
Scriveva i suoi pensieri sulle stelle.
Erano li appesi a flebili luci che brillavano nel buio silenziosi, perché pochi potessero vederli .
Per ogni emozione, sentimento, percezione un fragile lume.
Gioie, dolori,certezze, paure a formare costellazioni appoggiate sulla calotta celeste a prendere forma …e quando la notte scendeva loro brillavano….
Ma pochi alzavano gli occhi verso il cielo, pochi osservano le stelle, pochi sapevano leggere i disegni degli astri, pochi potevano cogliere quello che non è fatto di parole.
Parole, parole, parole, quante parole per nn parlare davvero…
E le stelle nella loro immutabilità ogni sera parlavano senza parole….
Lei guardava le sue stelle, carezzandole con lo sguardo, lasciando correre un sorriso o cadere una lacrima…nel timore e la speranza che il tempo le regalasse la forza per raccogliere sorrisi e dimenticare il sapore delle lacrime.
Quante stelle ci vogliono per un anima….
Erano li appesi a flebili luci che brillavano nel buio silenziosi, perché pochi potessero vederli .
Per ogni emozione, sentimento, percezione un fragile lume.
Gioie, dolori,certezze, paure a formare costellazioni appoggiate sulla calotta celeste a prendere forma …e quando la notte scendeva loro brillavano….
Ma pochi alzavano gli occhi verso il cielo, pochi osservano le stelle, pochi sapevano leggere i disegni degli astri, pochi potevano cogliere quello che non è fatto di parole.
Parole, parole, parole, quante parole per nn parlare davvero…
E le stelle nella loro immutabilità ogni sera parlavano senza parole….
Lei guardava le sue stelle, carezzandole con lo sguardo, lasciando correre un sorriso o cadere una lacrima…nel timore e la speranza che il tempo le regalasse la forza per raccogliere sorrisi e dimenticare il sapore delle lacrime.
Quante stelle ci vogliono per un anima….
patrizia de palo
un carissima amica
costellazione del toro
La costellazione del Toro da Johann Hevelius:
URANOGRAPHIA (1690) (la freccia indica l'ammasso delle Pleiadi).
L'immagine appartiene alla collezione storica del Museo astronomico di Brera, disponibile in rete . Nella cartografia celeste dell'epoca i punti cardinali Est ed Ovest risultano invertiti in quanto il cielo viene rappresentato come un globo celeste visto dall'esterno.
Il Toro (in latino Taurus, simbolo ♉) è una delle costellazioni dello zodiaco. È grande e prominente nel cielo invernale boreale, tra l'Ariete ad ovest e i Gemelli ad est; verso nord si trovano il Perseo e l'Auriga, a sudovest Orione e a sudest Eridano e la Balena.
Pleiadi e le Iadi
Emisfero Boreale
questi celebri ammassi aperti oggi sono considerati asterismi, ma anticamente erano vere e proprie costellazioni. Il mito le racconta come sorelle ( erano chiamate Atlantidi, figlie di Atlante e di due madri diverse: Pleione ed Etra).
Delle Pleiadi (qui raffigurate) sono visibili a occhio nudo 7 stelle che hanno nome: Atlante e Pleione, (i genitori), Maia, Elettra, Taigéte, Astèrope, Mèrope, Alcione, Celèno.
LE Iadi, un ammasso molto meno vistoso che ora forma il muso del Toro, con la stella Aldebaran a fare da occhio, erano le figlie di Atlante ed Etra: si ricordano Eudora, Korònide, Faio, Kleéa e Fesùla.
Omero le chiamava "piovose", perchè in quei lontani tempi la loro levata e tramonto coincidevano con l'inizio delle piogge.
Omero le chiamava "piovose", perchè in quei lontani tempi la loro levata e tramonto coincidevano con l'inizio delle piogge.
corso di fotografia astronomica digitale
Cinque serate per imparare a fotografare il cielo, con la semplice macchina fotografica o con i più tecnologici mezzi di ripresa.
13 novembre : introduzione, basi di fotografia e strumentazione necessaria. Giovanni Todesca
20 novembre : teoria di astrofotografia con reflex: pratica di elaborazione. Giovanni Frati
27 novembre : teoria di astrofotografia con CCD: pratica di elaborazione Giovanni Todesca
4 dicembre : serata su campo
11 dicembre : elaborazione dei files acquisiti su campo.
Giovanni Frati e Giovanni Todesca
Contributo Iscrizione 30€ (o in alternativa 35€ con in più tessramento POLARIS per l'anno 2016) - corso a numero chiuso
Per maggiori informazioni e per iscriversi:
via mail polaris.aap@gmail.com
tel 3398512363 Giovanni

13 novembre : introduzione, basi di fotografia e strumentazione necessaria. Giovanni Todesca
20 novembre : teoria di astrofotografia con reflex: pratica di elaborazione. Giovanni Frati
27 novembre : teoria di astrofotografia con CCD: pratica di elaborazione Giovanni Todesca
4 dicembre : serata su campo
11 dicembre : elaborazione dei files acquisiti su campo.
Giovanni Frati e Giovanni Todesca
Contributo Iscrizione 30€ (o in alternativa 35€ con in più tessramento POLARIS per l'anno 2016) - corso a numero chiuso
Per maggiori informazioni e per iscriversi:
via mail polaris.aap@gmail.com
tel 3398512363 Giovanni
mercoledì 21 ottobre 2015
Margherita Hack,
’astronomia ci ha insegnato che non siamo il centro dell’universo, come si è pensato a lungo e come qualcuno ci vuol far pensare anche oggi. Siamo solo un minuscolo pianeta attorno a una stella molto comune. Noi stessi, esseri intelligenti, siamo il risultato dell’evoluzione stellare, siamo fatti della materia degli astri
Margherita Hack,
Margherita Hack,
galassia -M31
galassia -M31
LA GALASSIA DI ANDROMEDA
Le prime osservazioni della galassia di Andromeda risalgono al X secolo: fu infatti osservata dall’astronomo persiano Umar-al-Sufi Abd-al-Rahman che la descrisse come una «piccola nuvola celeste»; inoltre essa compare su carte olandesi del 1500. Le prime osservazioni telescopiche risalgono al 1612 da parte dell’astronomo tedesco Simon Marius il quale la descrisse come «la luce di una candela osservata attraverso un corno traslucido».
Stelle doppie
- Una delle più facili è la 3 Pegasi, le cui componenti sono di sesta e settima magnitudine, bianco-giallastre, e risolvibili senza difficoltà anche a bassi ingrandimenti, grazie alla loro separazione di quasi 40".
- CALCOLARE L’INGRANDIMENTO DI UN TELESCOPIO
- L’ingrandimento di un sistema ottico composto da un telescopio e un oculare è dato dal rapporto fra le lunghezze focali del primo e del secondo, espresse nella stessa unità di misura (mm).
In altre parole se f’ è la focale del telescopio e f’’ quella dell’oculare,
l’ingrandimento I = f’/ f’’ (dove I sta per Ingrandimento)
portiamo alcuni esempi pratici:
un telescopio con 1000mm di focale associato ad un oculare da 25mm darà 40x ( 1000/25=40x)foto franco candia
Quadrato di Pegaso,
Il cielo di ottobre è caratterizzato dalla presenza del Quadrato di Pegaso, un asterismo visibile nell'omonima costellazione durante l'autunno molto alto sull'orizzonte.
Quella di Pegaso è una grande e ben nota costellazione del cielo boreale; le sue tre stelle più brillanti, assieme a Sirrah (α And), formano un quadrilatero detto il Quadrato di Pegaso, un celeberrimo asterismo facilmente riconoscibile in cielo anche dalle aree urbane. A questa si aggiunge Enif, una stella da seconda magnitudine, più altre di terza e quarta grandezza, che delineano la costellazione ad est del Cignoe della Freccia. L'area di cielo occupata dalla costellazione non è particolarmente ricca di stelle di fondo, non essendo sovrapposta alla scia della Via Lattea e in particolare il Quadrato appare quasi privo di stelle di fondo.

Il periodo più propizio per la sua osservazione nel cielo serale ricade nei mesi compresi fra luglio e gennaio; dall'emisfero nord è una delle più classiche e riconoscibili figure del cielo delle notti autunnali, quando Pegaso si presenta alta nel cielo assieme a Cassiopea. Dall'emisfero sud la sua visibilità è leggermente ridotta, sebbene la sua declinazione non sia particolarmente elevata, e anzi la parte meridionale della costellazione giace a pochi gradi dall'equatore celeste.

venerdì 9 ottobre 2015
mercoledì 20 maggio 2015
Blade Runner
![]() |
serie NEXUS 6 |
« Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi:
navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione,
e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser.
E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo,
come lacrime nella pioggia.
È tempo di morire. »
le stelle di Van Gogh
![]() |
notte stellata sul rodano |
La notte stellata sul Rodano il 25 settembre 1888 alle ore 22;30 |
MAGNITUDINE INTEGRATA , e magnitudine stellare
Magnitudine integrata – La definizione di magnitudine apparente o assoluta di una stella può essere estesa ad oggetti diffusi, come galassie e nebulose. La magnitudine integrata è la magnitudine dell'oggetto calcolata sommando i contributi di ogni sua parte al flusso totale.
Magnitudine stellare – È la grandezza che consente di classificare le stelle in base all'intensità del flusso luminoso che da esse riceviamo. La magnitudine può essere apparente o assoluta.
La magnitudine apparente indica la luminosità di una stella vista dalla Terra, misurata in scala standard. Per continuità con le stime di luminosità degli antichi, che suddividevano gli astri in 6 classi, dalla prima alla sesta grandezza, si è convenuto nel secolo scorso di mantenere la base di questa suddivisione. Poiché il rapporto tra i flussi di stelle di prima e di sesta grandezza risultò pari a 100, si è assunto che a questo stesso rapporto di luminosità corrisponda una differenza di 5 magnitudini. Si badi che le stelle di maggioreluminosità hanno magnitudine minore e che oggi la classificazione si estende ben al di là della magnitudine 6 che rappresenta il limite ai bassi flussi per la visibilità ad occhio nudo. Analogamente, una suddivisione più fine e quantitativa delle stelle luminose ha portato alla definizione del valore 0 di magnitudine e anche di valori negativi.
La magnitudine assoluta indica invece la luminosità che una stella presenterebbe se venisse spostata alla distanza di 10 parsec (32,6 anni-luce) dall’osservatore.
La magnitudine apparente indica la luminosità di una stella vista dalla Terra, misurata in scala standard. Per continuità con le stime di luminosità degli antichi, che suddividevano gli astri in 6 classi, dalla prima alla sesta grandezza, si è convenuto nel secolo scorso di mantenere la base di questa suddivisione. Poiché il rapporto tra i flussi di stelle di prima e di sesta grandezza risultò pari a 100, si è assunto che a questo stesso rapporto di luminosità corrisponda una differenza di 5 magnitudini. Si badi che le stelle di maggioreluminosità hanno magnitudine minore e che oggi la classificazione si estende ben al di là della magnitudine 6 che rappresenta il limite ai bassi flussi per la visibilità ad occhio nudo. Analogamente, una suddivisione più fine e quantitativa delle stelle luminose ha portato alla definizione del valore 0 di magnitudine e anche di valori negativi.
La magnitudine assoluta indica invece la luminosità che una stella presenterebbe se venisse spostata alla distanza di 10 parsec (32,6 anni-luce) dall’osservatore.
domenica 19 aprile 2015
Telescopio spaziale Hubble- 24 aprile 1990
Il telescopio spaziale Hubble visto dallo Space Shuttle Discovery durante la seconda missione di servizio, STS-82 | |
Dati della missione | |
---|---|
Operatore | NASA ed ESA |
catalogazione | |
Destinazione | Orbita geocentrica |
Satellite di | Terra |
Esito | In corso |
Vettore | Space Shuttle Discovery |
Luogo lancio | Complesso di lancio 39 |
Lancio | 24 aprile 1990 |
Durata | ~24 anni |
Orbita | circolare |
Periodo orbitale | 96-97 minuti |
Altezza orbita | 560 km |
Eccentricità orbitale | nulla |
Massa | 11 t |
Strumentazione |
|
Il telescopio spaziale Hubble, sigla HST dal nome in lingua inglese Hubble Space Telescope, è un telescopio posto negli strati esterni dell'atmosfera terrestre, a circa 560 km di altezza, in orbita attorno alla Terra (ogni orbita dura circa 92 minuti). È stato lanciato il 24 aprile 1990 con lo Space Shuttle Discovery come progetto comune della NASA e dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA).
Il telescopio può arrivare ad una risoluzione angolare migliore di 0,1 secondi d'arco. L'HST è così chiamato in onore di Edwin Hubble, astronomo statunitense. È prevista una sinergia con il prossimo Telescopio Spaziale James Webb (JWST) nel 2018.
L'osservazione al di fuori dall'atmosfera comporta numerosi vantaggi, perché l'atmosfera distorce le immagini e filtra la radiazione elettromagnetica a certe lunghezze d'onda, in particolare nell'ultravioletto.
Il 27 gennaio 2007 il telescopio è entrato in safemode a causa di un guasto. Lo strumento Advanced Camera for Surveys ha smesso di funzionare e i tecnici della NASA hanno disabilitato lo strumento per permettere l'utilizzo degli altri strumenti a bordo del telescopio. L'11 maggio 2009 è stato lanciato lo Space Shuttle Atlantis per la quarta ed ultima missione di manutenzione del telescopio, terminata con successo.
Osservazione della Luna
La Luna è l'unico oggetto del cielo di cui è possibile osservare dei dettagli superficiali ad occhio nudo. Il nostro satellite infatti mostra una serie di dettagli chiari e scuri, determinati dalla differenza di albedo tra le zone pianeggianti, dette mari - più scure - e le zone più elevate, craterizzate e più chiare.
Nel corso di circa un mese essa mostra diverse fasi lunari, caratterizzate da un diverso aspetto e da una conseguente variazione di luminosità. In prossimità della Luna nuova, quando è presente solo un piccolo spicchio illuminato, è possibile osservare la luce cinerea. La luminosità massima della Luna piena è di circa -12 di magnitudine apparente, mentre il semidiametro angolare alla distanza media dalla Terra, secondo Simon Newcomb, è di 0,25905°.
Già con un binocolo la Luna mostra moltissimi dettagli come i mari e i crateri. L'osservazione in questo caso risulta particolarmente suggestiva a causa della visione a largo campo.
martedì 24 marzo 2015
il binocolo
Il binocolo è uno strumento ottico che consente di vedere gli oggetti distanti più grandi, l'immagine, passa attraverso una serie di lenti, per prime le lenti anteriori, poi posti internamente, i prismi, che permettono di radrizzare l'immagine, infine gli oculari ai quali accostiamo gli occhi, che decidono il rapporto di ingrandimento. Tutti questi elementi, identici sono posti parallelamente l'uno all'altro, e ci consentono di avere un'immagine ingrandita e tridimensionale dell'oggetto inquadrato. Tralasciando i binocoli galileiani privi di prismi e utilizzati solitamente a teatro, i binocoli prismatici, sono quelli che forniscono le massime prestazioni e ingrandimenti, e vengono comunemente utilizzati nelle osservazioni naturalistiche.
Iniziamo a capire come funziona l'elemento nascosto del binocolo: il gruppo dei prismi. I prismi, servono a raddrizzare l'immagine proveniente dagli obiettivi, senza di essi infatti, vedremo quello che stiamo osservando sottosopra e con i lati invertiti. Ci sono due tipi di prismi:
I prismi di Porro: progettati dal grande ottico italiano Paolo Ignazio Pietro Porro
(1801-1875) sono costituiti da due superifici ottiche inclinate tra loro di 90°. I binocoli a prisma di Porro hanno la forma classica con obiettivi ben separati tra loro e gli oculari posti su un asse diverso.
I prismi a tetto: di più recente ideazione, svolgono la stessa funzione dei prismi di Porro, ma grazie ad un diverso percorso della luce, consentono uno scafo diritto, più compatto e un look più moderno.
Pregi e difetti: le due configurazioni offrono dei vantaggi e dei svantaggi. Un binocolo con prismi di Porro, grazie alla maggiore distanza tra le due lenti frontali (gli obiettivi) consente una maggiore tridimensionalità dell'immagine, inoltre a parità di costo di produzione, un binocolo con prismi di Porro , possiede una resa ottica decisamente migliore, in quanto questo schema è di più facile costruzione. Un binocolo con prismi a tetto, invece, a parità di diametro delle lenti, offre un corpo più compatto e leggero, una migliore capacità di mettere a fuoco oggetti all'infinito (il cielo, oppure all'orizzonte), viene anche contenuto l'effetto di sdoppiamento che si ha durante l'osservazione di soggetti alla minima distanza di messa a fuoco.
Le sigle: su di ogni binocolo vengono riportati due valori; il primo indica l'ingrandimento, il
secondo il diametrodell'obiettivo. Setroviamo stampato 7X50, avremo un binocolo con un ingrandimento di 7x, ed obiettivi di 50mm. Dal rapporto tra questi due valori (diametro obiettivi/ingrandimento), otteniamo la pupilla di uscita, che sta ad indicare la luminosità del binocolo. Il binocolo da 7x50 ha una pupilla di uscita di 50/7=7,14mm. Bisogna prestare particolare attenzione a questo valore, in quanto al crepuscolo o di notte, il diametro delle pupille dell'occhio, aumenta sino ad un valore di 7-8mm, quindi per chi predilige l'osservazione in queste condizioni, oppure per chi osserva indossando gli occhiali da vista, deve prendere in considerazione l'acquisto di un modello con pupilla di uscita compresa tra i 5-7mm, mentre chi osserva panorami diurni può scegliere un modello con pupilla di uscita inferiore, in quanto durante il giorno le pupille dei nostri occhi si dilatano sino a 2-3mm.
Alcune volte, vengono riportati altri valori, come i gradi di campo visibili attraverso il binocolo. Il campo visivo, è il cerchio di paesaggio visto attraverso il binocolo ad una distanza standard di 1000m dal paesaggio reale, dove ogni grado corrisponde a 17,5m2.
Alcune volte, vengono riportati altri valori, come i gradi di campo visibili attraverso il binocolo. Il campo visivo, è il cerchio di paesaggio visto attraverso il binocolo ad una distanza standard di 1000m dal paesaggio reale, dove ogni grado corrisponde a 17,5m2.
Quando si sceglie un binocolo, è importante anche valutare il campo visivo apparente, un binocolo con un maggiore campo visivo apparente, osservando lo stesso paesaggio e a parità di ingrandimenti, mostrerà una porzione di paesaggio maggiore. Altra importante caratteristicha è il potere risolutivo,cioè la capacità di mostrare i dettagli più fini, ed è dato dall'ingrandimento e dalla qualità delle ottiche. Bisogna tenere presente che ad ingrandimenti superiori a 10X bisognerà far uso di un cavalletto, o scegliere un modello dotato di stabilizzatore. Importante, inoltre l'impermeabilizzazione, sopratutto per chi ama uscire ad osservare con condizioni climatiche avverse, oppure se ci si trova casualmente sotto ad un temporale.
A seconda della qualità del binocolo, possono essere presenti alcuni diffetti, che potremo con un po' di pratica notare, i più comuni
luna
a Luna con il binocolo o con un piccolo telescopio
Il cannocchiale di Galileo non era certo molto potente ed un normale binocolo può essere considerato uno strumento addirittura superiore. Volendo però raccomandare un buon binocolo per l’osservazione della Luna e anche di altri corpi celesti, l’ideale sarebbe uno strumento 7 x 50 (cioè 7mm di apertura dell’oculare e 50mm di apertura dell’obiettivo frontale). Un binocolo 6 x 30 è comunque un buono strumento per lo studio della Luna (e forse anche più maneggevole con mani di bambino). Binocoli più piccoli sono invece di minore utilità, mentre binocoli più grandi possono anche dare più soddisfazione, ma con un costo considerevolmente maggiore e soprattutto un peso tale da richiedere l’utilizzo di un treppiede per sostenere lo strumento.Per piccolo telescopio si intende sia uno dei vari telescopi giocattolo facilmente reperibili (che però possono dare anche grande frustrazione per la loro instabilità e difficoltà di messa a fuoco), che un telescopio tipo il Celestron FirstScope che è un buon piccolo telescopio da 7 cm di apertura, facilmente trasportabile, con ottiche di grande qualità.
Con strumenti di questo tipo la Luna è sempre visibile nella sua interezza (il piccolo telescopio si deve usare con un oculare da pochi ingrandimenti), ma i particolari che si possono vedere sono di gran lunga superiori a quelli che Galileo poteva osservare con il suo cannocchiale. Tutti i principali crateri sono ora visibili, tutti i mari sono distinguibili ed sono identificabili i diversi bacini. Le catene montuose principali sono in parte distinguibili, ed oggetti più piccoli devono essere cercati indirettamente in base all’ombra che proiettano oppure alla luce solare che riflettono.
Da questo punto di vista è importante capire che la Luna va osservata nelle diverse fasi del mese lunare per sfruttare la luce solare radente in prossimità del terminatore. Intorno a questa zona è possibile distinguere molto più chiaramente i rilievi (e vedere per esempio, nella zona ancora buia, le vette delle montagne illuminate dal sole). Perciò prima di iniziare l’osservazione in una determinata serata, è necessario sapere in che fase si trova la Luna e capire su un atlante lunare quali sono le zone interessanti in prossimità del terminatore.
sabato 28 febbraio 2015
venerdì 20 febbraio 2015
ASTRONOMY DOMINE
Verde lime e verde nitido
La seconda scena
Le lotte tra l'azzurro che un tempo conoscevi.
Fluttuando giù,
il suono riecheggia intorno alle gelide acque sotterranee.
Giove e Saturno Oberon, Miranda e Titania,
Nettuno,Titano, le stelle possono terrorizzare.
PINK FLOYD
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